Libri. Shantaram. Gregory David Roberts.
Shantaram mi è stato regalato a Natale di qualche anno fa. Non l’ho letto subito perché é un mattone di oltre mille pagine ma poi quando ho iniziato non mi sono più riuscita a fermare.
Greg è un uomo in fuga. In tutti i sensi. In fuga dalla giustizia, dal passato, dalla sua famiglia, da quello che era diventato nel suo vecchio continente, l’Australia. Si ritrova in India, a Bombay e qui ricomincia tutto da capo nel vero senso del termine. Si spoglia del passato e della sua stessa identità. Si lascia trasportare nei luoghi, nelle persone, nei profumi, nella povertà, nella criminalità e nella vita di quella città che ha così tanto da offrire ma anche da prendere. Il confine fra il bene e il male è sempre indefinito perché questo è un libro che non si schiera. Perchè tutto è vita, nulla è scontato, tutto è da scoprire. Anche per Greg, che impara a conoscere le parti più intime di sé, che si mette alla prova e ascolta l’istinto. E vive, impara, soffre, ama, accetta. Diventa un criminale, un benefattore, uno del popolo. Combatte due guerre. E diventa uno Shantaram, “uomo della pace di Dio”.
E’ un libro che entra nelle vene, nella testa e fin sotto la pelle. Trascina fra i colori e i profumi dell’India, dentro la sua povertà e nell’immensità e spettacolarità dei suoi spazi. Ci lascia senza punti di riferimento e ci insegna a mettere in discussione l’esistenza stessa del lieto fine di cui tanti di noi hanno bisogno.